Archivio Trivulzio

La famiglia Trivulzio

Annoverata tra le appartenenti al patriziato milanese nel 1277, la famiglia Trivulzio fu protagonista delle vicende politiche e militari del ducato di Milano ed i suoi membri dall’inizio del XV secolo furono uniti al duca da un forte vincolo di omaggio feudale.

Tra le figure più illustri e celebrate è sicuramente Gian Giacomo detto il Magno (1442- 1518), educato alle armi e alle lettere alla corte ducale di Francesco Sforza, poi del figlio Galeazzo Maria, fu al centro di molte imprese: nel 1477 venne nominato membro del Consiglio di reggenza del ducato; nel 1480 acquistava da Enrico de Sacco la signoria della Mesolcina che gli conferì una posizione politica ed economica di grande rilievo come intermediario tra il duca di Milano e le Leghe Retiche. Servì il re di Napoli Ferdinando I e papa Innocenzo VIII. Nel 1487 sposò Beatrice de Avalos, essendo rimasto vedovo della prima moglie Margherita Colleoni. Nel 1495 passò a servizio della Francia, divenendo consigliere del re e ciambellano ed entrando vittorioso in Milano al comando dell’esercito di Luigi XII nel 1499; venne in seguito nominato marchese di Vigevano e di Melzo, maresciallo di Francia, luogotenente per il Milanese. Fu anche raffinato committente in campo letterario ed artistico, come dimostra la famose serie degli arazzi dei Mesi realizzata su cartoni di Bartolomeo Suardi detto Bramantino e intessuta a Vigevano, oggi ai Musei Civici del Castello Sforzesco.

Nel XVII secolo protagonista delle vicende famigliari fu Gian Giacomo Teodoro Trivulzio (1597-1656), al servizio di Filippo III, re di Spagna e commissario imperiale per Ferdinando II d’Austria. Per i suoi servigi ottenne il titolo di principe, il trattamento di illustre di Spagna e la cittadinanza dell’Impero. Dopo la morte, nel 1620, della moglie Giovanna Grimaldi, Gian Giacomo Teodoro abbracciò la vita ecclesiastica e fu creato cardinale nel 1629. Nel 1638 fu nominato governatore generale delle milizie del ducato e soprintendente alle fortezze nel 1639, quindi gobernador de armas, viceré e capitán general del regno d’Aragona nel 1642. Durante i moti in Sicilia, nel 1647 fu nominato presidente del regno e capitán general, quindi viceré di Sardegna nel 1649. Nel 1655 fu nominato governatore e capitán general del ducato di Milano, unico tra i concittadini cui la corona abbia concesso il titolo. Anch’egli fu un importante mecenate, abbellendo le residenze di Melzo e Codogno e mettendo assieme una importante quadreria di dipinti. Brillò meno la carriera del nipote, Antonio Teodoro Trivulzio, morto a 29 anni senza prole, obbligato a lasciare sostanze e cognome al cugino Gaetano, figlio dei tutori, la zia Ottavia Trivulzio e il marito Tolomeo Gallio, duca d’Alvito. Figlio di Antonio Teodoro Gaetano e di Maria Borromeo fu Antonio Tolomeo Gallio Trivulzio il cui nome si ricorda a Milano soprattutto per aver devoluto l’intero suo patrimonio e palazzo all’istituzione del Pio Albergo per l’accoglienza e l’assistenza ai poveri (1771).

La casata proseguì nel ramo dei marchesi di Sesto Ulteriano, le cui vicende sono strettamente legate a quella del Museo Trivulzio e alla Biblioteca Trivulziana. La collezione ha origini antiche, risalendo almeno alla seconda metà del XV secolo. Artefici delle grandi raccolte furono a metà Settecento i fratelli Alessandro Teodoro (1694-1763) e Carlo Trivulzio (1715-1789). La storia della collezione proseguì con Gian Giacomo IV Trivulzio (1774- 1831), che ampliò le raccolte di famiglia attraverso una capillare campagna di acquisti. Eredi di Gian Giacomo furono i figli Giorgio Teodoro (1803-1856), che nel 1831 sposò Marianna Rinuccini, e Rosina Trivulzio (1800-1859), moglie di Giuseppe Poldi Pezzoli e madre di Gian Giacomo, che condivise col nonno Trivulzio il gusto per il collezionismo e destinò i propri beni alla creazione della casa museo Poldi Pezzoli.

A Giorgio Teodoro succedette il figlio Gian Giacomo (1839-1902), senatore del regno dal 1896 a cui si deve l’ulteriore incremento dei fondi dantesco e petrarchesco. Nel 1864 sposò Giulia Amalia Barbiano di Belgiojoso, che portò in dote un lotto di 634 manoscritti, antichi e preziosi. Gian Giacomo fu il primo ad aprire le porte della biblioteca agli studiosi. Nominò bibliotecario il cugino Giulio Porro, autore del primo catalogo della collezione, cui seguirono Carlo Ermes Visconti e Emilio Motta. Nel 1935 la collezione d’arte fu ceduta alle Civiche Raccolte d’Arte del Comune di Milano, mentre la Biblioteca Trivulziana venne annessa all’Archivio Storico Civico.

Bibliografia
F. CALVI, Storia e genealogia delle famiglie Barbiano e Belgiojoso, in Famiglie notabili milanesi. Cenni storici e genealogici raccolti da F. BAGATTI-VALSECCHI, F. CALVI, L.A. CASATI, D. MUONI, L. PULLÉ, Milano 1875.
D.E. ZANETTI, La demografia del patriziato milanese nei secoli XVII, XVIII, XIX, Pavia 1972.
ALESSANDRA SQUIZZATO, Ricerche storico-artistiche in Trivulziana fra Otto e Novecento. Il contributo e la regia di Emilio Motta, Atti del convegno Nazionale SISCA su “Identità nazionale e memoria storica. Le ricerche sulle arti visive nella nuova Italia”, Bologna Alma Mater Studiorum, 7-9 novembre, in «Annali di Critica d’arte», XII (2016), pp. 435-450.

Fondo documentario

Il fondo Archivio Trivulzio è costituito da quattro serie: Codici Trivulzio, Biblioteca Trivulzio, Miscellanea Trivulzio, Carteggio Trivulzio. Conservato dal 1958 a Merate in Villa Belgiojoso di proprietà di Marianna Trivulzio Brivio Sforza, si trova oggi presso la Fondazione Brivio Sforza. Nel 2014 è stato oggetto di un intervento di riordino, inventariazione e parziale condizionamento.

La serie Codici Trivulzio è costituita da diciassette codici manoscritti e a stampa, membranacei e cartacei, relativi alla famiglia Trivulzio. Quindici di essi appartennero alla Biblioteca Trivulzio e furono descritti da Giulio Porro nel suo Catalogo dei codici manoscritti della Biblioteca Trivulziana (1884).

Le serie Biblioteca Trivulzio e Miscellanea Trivulzio contengono documentazione originale, note e trascrizioni di Emilio Motta relative alla famiglia Trivulzio, alla Biblioteca e al Museo. Esse riflettono il lavoro di ricerca di Emilio Motta, che fu conservatore della Biblioteca Trivulziana dal 1885 al 1920, storico e bibliografo, fondatore nel 1879 del Bollettino storico della Svizzera Italiana, vicepresidente della Società storica lombarda e presidente della Società storica comense.

La serie Carteggio Trivulzio conserva lettere che vedono quali autori o destinatari membri della famiglia Trivulzio, raccolte e conservate da Marianna Trivulzio Brivio Sforza.

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